Centro italiano cura Morbo Dupuytren

Il primo Centro Italiano per la Cura del Morbo di Dupuytren.

Da oggi l’Ospedale San Giuseppe di Milano dispone di un ambulatorio totalmente dedicato alle persone colpite dal Morbo di Dupuytren,

malattia cronica della mano.


Il Centro, pensato per ridurre i tempi di attesa e permanenza in ospedale – in particolar modo per chi giunge da città o regioni lontane - racchiude due macro-ambulatori riservati, utilizzabili tramite Servizio Sanitario Nazionale; i periodi di attesa riescono a ridursi sotto ai tre mesi.

Il primo ambulatorio è adibito alle visite di controllo, mentre il secondo per le medicazioni; il team provvederà alla realizzazione di tutori e all’avvio del cammino di riabilitazione.

A disposizione dei pazienti, medici, terapisti e infermieri ad hoc, oltre che una segreteria con percorso preferenziale.

Il morbo di Dupuytren è una malattia cronica progressiva, che causa apparizione di noduli sottocutanei nella fascia palmare della mano, che gradualmente formano un cordone fibromatoso sottocutaneo che si posiziona al di sopra i tendini, generando la flessione permanente e progressiva di una o più dita, con derivata rigidità articolare.

«Fino a pochi anni fa l’unica via risolutiva era l’utilizzo del bisturi, operazione a cielo aperto che richiede grosse incisioni mettendo il cliente in esposizione a complicazioni - illustra il Professor Giorgio Pajardi, direttore della chirurgia della mano dell’ospedale San Giuseppe, Gruppo MultiMedica, Università degli Studi di Milano -. Al giorno d’oggi abbiamo invece a disposizione un trattamento sicuro tramite collagenasi di Clostridium histolyticum, enzima di origine batterica che consente, con una singola iniezione, di distruggere la membrana di collagene provocata dal morbo, ristabilendo la funzionalità della mano in brevissimo tempo». 

Il Centro Italiano per la Cura del Morbo di Dupuytren ha radici di immensa conoscenza nel trattamento chirurgico di questa patologia e si fonda sul periodo odierno in cui la cordotomia enzimatica mediante iniezione di collagenasi ha sostituito totalmente tecniche più invasive confermandosi come gold standard di trattamento sia su territorio italiano che estero.

«La collagenasi opera grazie alla sua capacità di separazione e di scomposizione delle fibre di collagene che figurano la componente principale del tessuto anomalo che blocca la movenza della mano – continua Pajardi -. Il processo consiste in un’iniezione con un ago sottile, seguita, dopo 24 ore, dalla manipolazione dell’arto effettuata dallo specialista. In seguito si prosegue con una riabilitazione che il paziente ootrà gestire in completa autonomia presso la sua abitazione con l’aiuto delle fisioterapiste.

Presso il solo reparto dell’Ospedale San Giuseppe, che in primis ha coordinato le fasi di sperimentazione italiana della collagenasi, negli ultimi cinque anni sono state curate oltre 1200 persone.

Un primato che ha portato appunto all’apertura di ambulatori riservati in cui tramite una corsia preferenziale i pazienti hanno la possibilità di sottoporsi a una prima visita specialistica per stabilire poi la procedura terapeutica non chirurgica, dal trattamento al percorso riabilitativo.

«È una malattia profondamente recidivante. In passato con la sola operazione chirurgica non era possibile agire di nuovo sulla mano già operata. Oggi invece, grazie a questo enzima, si può replicare il trattamento, ma anche risolvere il problema di chi ha subito in precedenza l’ormai antiquato intervento chirurgico tradizionale. L’esperto di riferimento è il chirurgo della mano, anche se grazie a questa terapia all’avanguardia che ha letteralmente eliminato l’uso del bisturi, ci possiamo definire sempre più dei “medici della mano”» - conclude il Professore.


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